Mer. Apr 23rd, 2025

Quando si sente pronunciare la parola "canapa" il pensiero corre automaticamente alla marijuana ed evoca l'immagine di qualcuno che sta fumando una canna.

Eppure è estremamente riduttivo considerare la canapa (detta anche cannabis) esclusivamente una "droga leggera"; si tratta, infatti, di una pianta dalle mille proprietà e dai mille utilizzi, tanto che considerarla solo per i suoi effetti inebrianti è davvero poco realistico.

Il nome scientifico della canapa è Cannabis Sativa: si tratta di una pianta di tipo erbaceo, appartenente alla famiglia delle Cannabaceae e originaria della zona circostante l'Himalaya, estesa zona montuosa (misura il doppio delle Alpi) che separa l'India dalla Cina.

Se ne riconoscono tre sottospecie, differenti tra loro sia per dimensioni che per principi attivi e proprietà.

Eccole:

– cannabis sativa: pianta alta tra i 2,50 e i 4 metri, dall'odore fruttato e dolce. Di solito possiede una grande quantità di THC (tetraidrocannabinolo, principio attivo responsabile degli effetti psicotici) e scarso livello di CBD (cannabidiolo, altro componente privo di azione psicoattiva);

– cannabis indica: originaria di Afghanistan, Libia e India, l'indica è più bassa e cespugliosa della sativa (non supera, infatti, il metro e mezzo di altezza) e i valori di THC e CBD che contiene sono invertiti (il secondo ha una concentrazione maggiore del primo);

– cannabis ruderalis: si sviluppa maggiormente in Paesi poco esposti al sole (come Polonia, Russia e Cina). Molto bassi i livelli di THC e CBD, per cui di scarso interesse in forma pura, molto più valida se "ibridata" con la sativa o con l'indica.

Le piante ibride si ottengono incrociando le diverse varietà; in questo modo i coltivatori ottimizzano le coltivazioni concentrando in maniera personalizzata le proprietà delle piante originali, ottenendo risultati particolarmente interessanti.

I suoi utilizzi principali

Questa pianta millenaria, grazie alle sue infinite proprietà, può essere utilizzata in moltissimi ambiti (da quello alimentare, a quello dell'edilizia); il problema sta nel fatto che la maggior parte delle volte viene associata alla marijuana e l'illegalità di quest'ultima, e ciò ne ha svantaggiato la coltivazione.

Ultimamente, però, le cose sono cambiate e la canapa è sempre più utilizzata per scopi diversi dalla produzione delle famosa droga leggera.

Vediamo, più nel dettaglio, quali sono gli ambiti interessati dal suo utilizzo:

– alimentare: i semi prodotti dalle piante di canapa sono duri e hanno le dimensioni dei chicchi di mais. Essi contengono semi più piccoli e morbidi (detti anche cuori di canapa) ricchi di proteine, acidi grassi Omega 3 e aminoacidi essenziali.

Se pressati, producono l'olio di semi di canapa (da utilizzare a crudo per condire gli alimenti), più un residuo che viene trasformato in polvere proteica di canapa.

Altri esempi di prodotti alimentari derivati dalla canapa sono: farina (particolarmente interessante perché senza glutine), cioccolata, tisane, vari tipi di birra e caramelle;

– cosmesi: in questo campo si utilizza l'olio di semi di canapa perché, essendo estremamente idratante, funge da emolliente ed è in grado di levigare la pelle; altro derivato particolarmente interessante è l'acqua aromatica che, distillata dei semi di canapa, viene sfruttata come ingrediente base per prodotti per capelli e creme viso.

– tessile: i filati e le fibre di canapa costituiscono materiali molto versatili che vengono usati per la produzione di tessuti davvero unici nel loro genere. Se ne possono ricavare cappelli, tappeti, arazzi, scialli e quant'altro. Inoltre, il tessuto di canapa è molto più resistente del lino e della iuta e non provocano allergie, neppure alle persone dalla pelle più sensibile;

– cartario: la carta di canapa è molto più ecologica e sostenibile dalla carta tradizionale (per la quale si continuano a sacrificare gli alberi) perché può essere prodotta in modo più rapido e con una lavorazione chimica meno dannosa per l'ambiente. Inoltre, è molto più resistente e di qualità superiore.

Usata molto nell'antichità, il successivo divieto di coltivazione della canapa (a causa della produzione di marijuana) ha provocato un declino dell'utilizzo di questo tipo di carta. Fortunatamente, in seguito all'approvazione della normativa agricola del recente 2018, le cose sono cambiate e si spera che presto molti prodotti non proprio sostenibili vengano sostituiti con prodotti derivati dalla canapa;

– bioplastiche, bioedilizia e biocarburanti: impressionanti le possibilità della canapa in questi tre settori. I suoi derivati rinnovabili e biodegradabili possono essere destinati a infiniti modi di utilizzo (plastiche bio, carburante, cemento, calce, etc.);

– terapeutico: approfondiamo questo aspetto nel successivo paragrafo.

Canapa e suo utilizzo terapeutico

L'utilizzo della canapa nell'ambito della medicina è davvero sorprendente ed è talmente ampio che risulta difficile riassumerne gli infiniti aspetti. Ci soffermeremo, quindi, su quelli più importanti, suddividendoli a seconda dei componenti dai quali derivano.

– THC (o Delta 9 Tetracannabinolo): presenta proprietà antinfiammatorie ed analgesiche e lo si utilizza come antiemetico, antiossidante e contro il prurito;

-CBD (o Cannabidiolo): supporta gli anticorpi presenti nel corpo umano nella distruzione di cellule e batteri dannosi. È in grado, inoltre, di agire come antispasmodico, antinfiammatorio, anticonvulsivante e analgesico. Ottimo per la sua capacità di ridurre lo zucchero nel sangue e di contribuire a un miglior sviluppo delle ossa;

– CBC (o Cannabicromene) e CBG (o Cannabigerolo): entrambi questi componenti hanno proprietà antinfiammatorie e analgesiche; agiscono, inoltre, anche come antibiotici, antidepressivi e antifungini;

– CBN (o Cannabinolo): possiede proprietà sedative, anticonvulsivanti, antinfiammatorie e antibiotiche.

Al di là di questi utilizzi, la canapa terapeutica viene sfruttata in campo medico anche perché in grado di lenire i sintomi di alcune patologie, anche gravi, sia di tipo fisico, che di tipo psicologico e psichiatrico.

Può alleviare disturbi di vario tipo (cefalea, vomito, insonnia e stress), e appare molto efficace nelle malattie nelle quali il dolore cronico è molto presente.

Il suo impiego, tuttavia, viene ancora considerato utile solo quando le terapie convenzionali risultano controproducenti, o, addirittura fallimentari.

Quelle che seguono sono alcune delle malattie per le quali l'utilizzo della canapa può essere utile:

– fibromialgia;

-epilessia ed epilessia refrattaria;

– dolore cronico;

– glaucoma;

– psoriasi;

– sclerosi multipla;

– cancro;

– anoressia e denutrizione;

– morbo di Parkinson;

– Alzheimer.

Infine, va sottolineato che i principi attivi della cannabis possono essere anche di grande aiuto in stati depressivi, in sindromi di astinenza e in presenza di altre patologie come il morbo di Crohn e la sindrome di Tourette.

Di Sara Iannetti

Amo scrivere di tutto, dai miei libri preferiti alle migliori città d'Europa. Attualmente sto anche lavorando a un romanzo.