L'origine della plastica è classificabile intorno agli inizi del 1900 e da allora, viene utilizzata praticamente per qualsiasi cosa, soprattutto per i prodotti usa e getta. Questo materiale viene impiegato per realizzare degli imballaggi, per le bottiglie d'acqua grandi e piccoli e per molti altri oggetti che vengono utilizzati nella vita quotidiana; anche se si tratta di un prodotto estremamente versatile e quindi di facile uso, ha un grande problema: non è biodegradabile e questo sta creando non pochi danni all'ambiente.
Al giorno d'oggi si sta cercando di risolvere questo problema con il riciclaggio della plastica, ma per capire come poter svolgere correttamente questa operazione può tornare utile anche saperla riconoscere dato che ne esistono di diversi tipi.
Caratteristiche
Il termine plastica in realtà è molto generico perché non si tratta di un unico prodotto ma di diversi tipi di polimeri che hanno delle caratteristiche differenti tra loro. Per individuarle e distinguerle, ad ognuna di esse è stata affidata una sigla e un numero che è visibile all'interno del triangolo che viene riportato sulla maggior parte delle confezioni e degli oggetti che abbiamo in casa. Dal numero identificativo è anche possibile sapere se l'oggetto in questione è fatto di un materiale riciclabile o meno.
I sette tipi di plastica
Come abbiamo detto in precedenza, alle varie tipologie di plastica viene dato un numero che va da 1 a 7 quindi adesso li analizzeremo tutti per capire di cosa si tratta.
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Polietilene Tereftalato: questa è la tipologia di plastica più diffusa in assoluto ed è quella che viene utilizzata per realizzare le bottiglie d'acqua e delle altre bibite, inoltre dato che è in grado di resistere a temperature che superano anche i 200°, viene usata per creare le confezioni di cibo che vanno messe nel microonde. Si tratta di un tipo di plastica che non può essere usato più volte perché altrimenti rilascerebbe delle sostanze chimiche ma può essere interamente riciclato, infatti da esso spesso realizzano vari tipi di tessuti, tappeti, imbottiture per cuscini, abbigliamento, ecc. Il problema sta nella sua massa, essendo più pesante dell'acqua di mare se viene abbandonato affonda e diventa difficile recuperarlo.
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Polietilene ad alta densità: è una plastica più rigida le cui molecole hanno una densità più alta. Viene scelta per la realizzazione di recipienti più resistenti come i flaconi dello shampoo o dei succhi di frutta o anche per le buste della spesa, resiste molto bene sia a temperature fredde sia a temperature calde; in passato ha visto un uso diverso come tubi per le fognature e scarichi. La sua massa le permette di galleggiare e quindi può essere facilmente recuperabile e soprattutto può essere riciclata.
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Cloruro di polivinile: il cloruro di polivinile è comunemente conosciuto con il nome di PVC ed è considerato il tipo di plastica più dannoso in assoluto perché non solo non può essere riciclato ma anche perché contiene numerose tossine al suo interno. Il PVC viene utilizzato soprattutto per la realizzazione di infissi, grondaie e condotti perché è estremamente resistente e dura a lungo negli anni.
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Polietilene a bassa densità: dato che le molecole di questo materiale sono molto distanti, la sua struttura è estremamente flessibile e quindi viene scelto nella produzione delle pellicole degli alimenti, sacchetti per la spesa e per la spazzatura ma anche per i bicchieri dove mettere le bevande calde. Nell'acqua galleggia e quindi può essere facilmente recuperata se abbandonata.
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Polipropilene: di solito questo tipo di plastica si trova in oggetti molto resistenti come le bacinelle, gli scolapasta o anche i tappeti, ma viene anche utilizzata per realizzare contenitori in cui conservare alimenti delicati come i vasetti dello yogurt. Di per sé non è un tipo di plastica pericoloso però è difficile da riciclare perché non si scioglie con le alte temperature, in più negli ultimi anni vengono aggiunti i ftalati nella composizione finale.7
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Polistirolo e Polistirene: il Polistirolo è molto leggero ed è facile da modellare ma è un materiale che si disperde facilmente il che lo rende altamente inquinabile. Si tratta di un elemento molto diffuso perché non solo è presente come componente in diversi oggetti di plastica ma viene anche usato come imballaggio per tutti i tipi di elettrodomestici. Bisogna assolutamente evitare di esporlo a forti fonti di calore perché rilascia sostanze cancerogene.