Se ti sei più volte chiesto in che modo funziona un motore a scoppio, continua la lettura di questo articolo, nel quale ti forniremo tutte le risposte che desideri.
Approfondiamo insieme questo argomento.
Qualche cenno storico
Il motore a scoppio venne inventato nel 1854 da Eugenio Barsanti e Felice Matteucci e successivamente venne più volte perfezionato fino a quando, nel 1876, comparve il primo modello a quattro tempi, il cui prototipo venne inventato da Nikolaus Otto.
L'ultima modifica, ovvero quella che ci ha permesso di usufruire del motore che tutti noi oggi conosciamo è stata eseguita da Benz, che nel 1889 lo progettò nei minimi dettagli.
Successivamente, anche Diesel diede il suo prezioso contributo in questo settore, poiché brevettò il primo motore senza candele, così come Maybach promosse la prima automobile ad utilizzare questo dispositivo.
Che cosa si intende per motore a scoppio?
Il motore a scoppio è una macchina che funziona attraverso la conversione di un combustibile in energia da utilizzare per innescare il movimento dell'automobile.
Per far sì che ogni fase avvenga nella maniera più indicata, bisogna affidarsi al sistema di combustione, il quale permette di avviare la conversione energetica nell'apposita camera, dove verranno raggiunte alte pressioni e si innescherà la reazione utile all'avviamento della macchina.
Per far sì che questo avvenga però, bisogna ricorrere ad una determinata sostanza per alimentare il motore, ovvero il combustibile.
A seconda della tipologia di motore infatti, sarà possibile scegliere la benzina, il gpl, il gasolio o diversi derivati del petrolio, mentre l'unico carburente che permette di avviare questa reazione è l'aria.
Questo funzionamento rimane uguale per ogni tipologia di motore, a prescindere dal suo tipo di alimentazione, poiché è proprio il rispetto delle varie fasi che genera le condizioni ottimali affinché tutto funzioni come preventivato.
Le varie fasi legate al funzionamento del motore a scoppio
Ma come funziona un motore a scoppio?
Non tutti sanno che questa tipologia di motore è nota anche con un altro nome, ovvero motore a quattro tempi, in quanto sono necessari quattro momenti diversi per far sì che si manifestino tutte le condizioni in grado di avviare il funzionamento dello stesso.
La prima fase è detta aspirazione: il pistone si sposta verso il basso e le valvole consentono l'aspirazione della miscela generata dall'unione dell'aria e della benzina.
Subentra poi la fase della compressione, durante la quale il pistone comprime la miscela e prima di raggiungere il punto morto sito nella parte superiore fa scoccare una scintilla, che permette l'avviamento della combustione.
La terza fase si chiama espansione, caratterizzata da un forte innalzamento della temperatura. A questo punto il pistone torna nuovamente verso il basso.
L'ultima fase invece, è quella dello scarico: ancora una volta il pistone cambia la sua direzione tornando a posizionarsi nella parte morta superiore e avviando il procedimento che porta allo scarico del gas consumato, che verrà disperso tramite le varie valvole.
Solamente quando ognuna di queste fasi risulterà del tutto compiuta, il motore a scoppio riuscirà ad avviarsi e a funzionare come previsto.
Il motore a scoppio a due tempi
Anche se il motore a quattro tempi è sicuramente quello più diffuso, non è l'unico a essere presente in commercio, in quanto anche quello a due fasi o a due tempi è molto richiesto nel settore automobilistico.
A differenza della versione più famosa, il motore a due tempi si avvale del principio della combustione interna, ma non sono presenti alcuni meccanismi di distribuzione che necessitano l'apertura e la chiusura delle valvole, in quanto tutto avviene in maniera completamente automatica.
Anche in questo caso, tutto ha inizio con l'aspirazione per poi passare alla precompressione e al lavaggio, dove la miscela viene convogliata verso la pompa.
Si passa infine alla fase della compressione nel corso della quale il pistone risale nella parte superiore e si spengono le luci relative al travaso e allo scarico, per poi finire con l'accensione e l'espansione, dove la combustione viene avviata dall'accensione della candela.
L'ultimo passaggio è rappresentato dallo scarico che, come per gli altri modelli, si basa sull'espulsione dei gas ormai combusti.
Come puoi ben vedere quindi, il funzionamento del motore a due tempi è molto simile a quello del motore classico anche se, sicuramente, si avvale di passaggi più elementari, che però risultano essere altrettanto efficienti per il funzionamento finale del dispositivo.